IL SOVRACCARICO DI FERRO ASSOCIATO AI DISTURBI METABOLICI: EFFETTI DELLA DIETA E DELLA SALASSOTERAPIA

Negli ultimi 15 anni, come si può vedere nella figura 1, si è presentato all'osservazione presso il Centro delle Malattie del metabolismo del ferro dell'Ospedale San Gerardo di Monza un numero crescente di persone con ferritina elevata associata a una o più delle seguenti alterazione metaboliche: sovrappeso o obesità, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperuricemia, intolleranza glucidica o diabete in varia combinazione.


Figura 1

Tale condizione si differenzia dall'emocromatosi per vari motivi: agli esami del sangue la percentuale di saturazione della transferrina è generalmente normale, all'ecografia si evidenzia un fegato "grasso" (o steatosi epatica), l'analisi delle mutazioni del gene HFE esclude la diagnosi di emocromatosi ereditaria, la biopsia del fegato evidenzia un sovraccarico di ferro generalmente di entità moderata e solo talvolta severo (figura 2).


Figura 2

Di tale condizione, detta sovraccarico di ferro associato agli stati dismetabolici, non si conoscono né la causa né i meccanismi di sviluppo. Si ipotizza che il fattore chiave che accomuna i vari disordini metabolici sopradescritti e il sovraccarico di ferro sia la aumentata resistenza delle cellule all'insulina. Questo significa che le cellule sono meno sensibili all'azione dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas e che svolge una funzione fondamentale nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi (nella figura 3 sono evidenziati i rapporti tra le malattie associate all'insulino resistenza, il sovraccarico di ferro e la steatosi epatica o la steatoepatite non-alcolica detta anche NASH).


Figura 3

LA TERAPIA DIETETICA E LA SALASSOTERAPIA
Per meglio comprendere le cause di questa forma di sovraccarico di ferro e per individuare la terapia più efficace, è stato condotto uno studio clinico presso il Centro di Monza su 43 pazienti che presentavano questa condizione patologica (34 maschi e 9 femmine). Considerando le caratteristiche cliniche e gli indici del ferro ogni paziente è stato indirizzato alla terapia più opportuna: la salassoterapia (26 pazienti) o un'adeguata dieta ipocalorica (17 pazienti). La salassoterapia è stata condotta fino al raggiungimento della ferrodeplezione (la rimozione di tutto il ferro in eccesso) e la dieta ipocalorica fino al raggiungimento di un calo significativo del peso corporeo.
Al termine della terapia abbiamo misurato nuovamente i parametri del ferro, della funzione del fegato e gli indici metabolici nei due gruppi. I pazienti sottoposti a salassoterapia mostravano una riduzione dei valori di ferritina, come ci attendevamo, e il miglioramento di alcuni indici della funzionalità epatica, del colesterolo e dei trigliceridi. Coloro invece che avevano eseguito la dieta presentavano un miglioramento degli esami del fegato, della glicemia e del colesterolo ma, sorprendentemente anche i valori di ferritina si erano ridotti.

Per concludere, questo studio conferma la stretta associazione tra il metabolismo del ferro e i disturbi metabolici e ci spinge a considerare la terapia dietetica come il primo e più corretto approccio terapeutico in questi pazienti. La salassoterapia può invece essere proposta in seconda istanza in quelle persone che non traggono beneficio dalla sola dieta.

[Articolo pubblicato il 30-09-01]