Richiesta 291 del 06/02/2008

Maschio, 43 anni, 90 kg, 180 cm

Domanda

Sono affetto da emocromatosi ed ho provato ad effettuare un inizio di salassoterapia.
Per la difficoltà di identificare accessi venosi periferici adeguati (l'ultima volta mi hanno fatto la bellezza di 7 iniezioni senza trovare adeguata vena) e per un'ipersensibilità personale alla puntura (con conseguente stato di ansia e possibilità di svenimento o malessere legati alla procedura) non sono riusciti nell'intento.
Volevo sapere se ci sono valide alternative (come la terapia chelante orale) e se eventualmente posso essere inserito in qualche studio e soprattutto dove.

Risposta

La terapia chelante orale è limitata a pochi centri in Italia perché ancora all'interno di protocolli restrittivi che limitano l'accesso alla terapia a casi selezionati: omozigoti C282Y senza cirrosi e cardiopatia. La terapia può essere eseguita al momento solo presso il nostro Centro e quello di Modena.
L'alternativa è un chelante per via sottocutanea con modalità da valutare. E' importante capire con precisione:
- qual è l'entità del suo sovraccarico di ferro, oltre al suo assetto genetico;
- qual è l'eventuale influenza di alterazioni metaboliche sui suoi esami del ferro;
- se ci sono situazioni concomitanti che possano influenzare i dati biochimici.


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